LA VITA IN RIFUGIO: DIETRO LE QUINTE
“Regna un silenzio irreale e lo spettacolo a cui assistiamo ci toglie ogni volta il fiato, soprattutto nelle limpide mattine di settembre,” racconta Franco. “È l’unico momento della giornata tutto per noi, perché gli ospiti stanno ancora dormendo. Inoltre, mi è sempre piaciuto vedere iniziare il nuovo giorno, ho la sensazione che tutto sia possibile e non vedo l’ora di vivere nuove avventure”.
Il rifugio è come una sorta di piccolo villaggio: bisogna produrre la corrente, portare l’acqua e persino l’immondizia deve essere trasportata a valle. Sono azioni scontate nella vita di tutti i giorni, ma a 2500 metri richiedono ingegno e organizzazione. Il fulcro degli sforzi organizzativi ruotano intorno alla teleferica, che è stata potenziata e regolamentata dai Nicolini.
“Pensate ad una semplice cassa di pomodori” spiega Franco. “Dal negozio, a Molveno, viene caricata su un fuoristrada e portata al Rifugio Croz dell’Altissimo. Qui viene caricata sul carrello della teleferica e sale per circa 2000 metri, fino ad arrivare nelle mani di Sandra, mia moglie. È lei la vera anima del rifugio, è lei che studia, prepara, segue la cucina: senza di lei non avremmo nulla da servire!”
Ma anche l’apporto di Elena, Federico e Davide sono fondamentali e permettono all’organizzazione del Pedrotti di poter funzionare, nonostante le numerose presenze registrate ogni giorno, come un piccolo orologio svizzero.
Ma c’è sempre tempo per divertirsi.
Ogni membro della famiglia apporta differenti competenze ed importanti esperienze professionali all'organizzazione...
ma vi è un elemento comune che li contraddistingue: la passione per la montagna!
Nato il 26 febbraio del 1960 già da bambino seguiva i genitori e gli amici sui sentieri di montagna vicino casa. A 12 anni affronta la prima arrampicata sulla via Diretta alla parete est della Paganella effettuando, tra l’altro, un volo di 20 m e rimanendo sospeso sulla Valle dell’Adige. La robustezza della corda gli consente di arrivare a delle riflessioni, prima fra tutte l’impegno, auto promessa, di affrontare la montagna con sicurezza, preparazione ed allenamento. Con gli anni e con la maturità l’interesse verso l’alpinismo si accentua fino a che a 19 anni effettua una dura ascesa invernale nel Gruppo di Brenta. Nel 1981 diventa aspirante guida e nel 1985 smette di aspirare e diventa finalmente Guida Alpina. Il suo rapporto con la montagna è continuo, incessante, in termini professionali, sportivi e umani. Risultato di questo suo stile di vita sono i concatenamenti nel Gruppo di Brenta e i concatenamenti invernali con gli sci da alpinismo come pure le lunghe salite sulle più alte montagne della terra dove l’aria diventa fine.
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